Il Listone

Lo “scempio” di via Giotto

Via Giotto

Nel gran premio degli “spropositi” detti in Consiglio Comunale entra di diritto, prepotente ed ancora una volta, il leader maximo della minoranza, Fabio Meroni. Perdente ma mai vinto, ha osato utilizzare un termine, “scempio”, che, riferito all’attuale politica urbanistica lissonese, ha lasciato tutti allibiti, noi compresi anche se ormai abituati a certe uscite populiste.

Sono noti a tutti gli atti ed i fatti che dal 2012 hanno contraddistinto la nostra amministrazione: abbiamo modificato, contestato, accusato decadenza, tentato di arginare l’uso e l’abuso di suolo, realizzato un nuovo PGT, un nuovo Piano delle Regole, un nuovo Piano dei Servizi, ora anche il nuovo Regolamento edilizio, tutti strumenti tesi a difendere Lissone… e lui? Beh, lui non se ne è accorto.

Ma veniamo a noi: succede che nelle scorse settimane la Giunta abbia effettuato una “presa d’atto” (cioè una delibera che prende atto, appunto) della scelta di un costruttore privato che ha deciso in autonomia di variare la forma di uno dei fabbricati la cui costruzione era già prevista in via Giotto, fermo restando il rispetto della tecnica e della volumetria complessiva dell’intervento.

Fin qui nulla di che, direte voi. Ma non lui, che lamenta “lo scempio dell’azione” che – a suo parere – sarebbe dovuta passare in discussione in Consiglio comunale. Ricordiamo al “nostro preferito” che ci sono delibere di competenza della Giunta e altre che sono di competenza del Consiglio comunale, e questa Amministrazione – che segue le regole – si comporta di conseguenza.

Ma il termine SCEMPIO (che significa letteralmente: 1 Atto di crudele violenza, strage; strazio – 2 Rovina, distruzione – 3 disastro, orrore) usato come qualifica di una variante non essenziale al Piano Integrato di Intervento “PII GIOTTO”, ha fatto ribollire il sangue a molti.

Molti lissonesi infatti ricordano perfettamente che la precedente amministrazione Lega/Forza Italia/UDC etc. ha convenzionato il privato facendolo passare dai 14.000 mc cui aveva diritto ai ben altri 63.000 mc previsti dalla Convenzione. I residenti nel quartiere, che hanno sì ricevuto una nuova palestra per la Scuola Elementare Tasso ed altre opere minori, hanno però anche subìto tutti i problemi della allegra cementificazione (viabilità, densità abitativa, scomparsa di suolo libero, problemi di spazi e sovraffollamento a scuola, nelle vie, nei parcheggi etc…).

Ciò detto, ribadiamo che l’UNICO SCEMPIO su questa questione è quanto è stato permesso di costruire nel quartiere da quella amministrazione alla quale anche Meroni attivamente partecipava. E non certo perché la città, il quartiere o le persone residenti ne avessero bisogno, ma perché chi faceva impresa e chi governava hanno lecitamente – lo specifichiamo – deciso così. Lecitamente, ma secondo noi erroneamente e parlare di “scempio” per l’atto di queste settimane della Giunta Monguzzi appare assolutamente fuori luogo.
Meglio un gran tacere, ma così non fu e purtroppo non sarà.

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