Riscoprire il significato di razzismo in una qualunque provincia italiana, spulciando i social fino ad arrivare alla demagogia spicciola di chi dice “Dovrebbero mandarli a pulire i marciapiedi ma SENZA pagarli: lavoro non pagato, cosí si INTEGRANO“. Insomma: confusione, qualunquismo e diffidenza sono purtroppo ben presenti nelle esternazioni di una fetta – sparuta seppur agguerrita – di lissonesi.
Leggere i commenti di gente che si lamenta di immigrati e rifugiati (spesso confusi in un unico calderone) non rende giustizia allo stato effettivo in cui si trova la nostra cittadina e l’Italia tutta.
Nell’ultimo anno i reati commessi sul territorio nazionale sono stati il 7% in meno di quelli compiuti nei 12 mesi precedenti alla rilevazione: diminuiscono infatti omicidi (-11,3%) rapine ( -10,6%) e furti ( -9,2%) (dati del Viminale presentati durante la conferenza di Ferragosto).
Non vogliamo certo affermare che l’Italia sia diventata razzista, anche se aumentano i casi di intolleranza ed il fatto che siano concentrati nelle ultime settimane può distorcere la percezione del fenomeno. Esiste piuttosto un problema di “insicurezza percepita” che non ha un fondamento reale ma è fomentata da mass media e social che, in virtù della famigerata “audience”, ci propinano ogni giorno notizie ansiogene opportunamente ingigantite.
Sta quindi al singolo, prima ancora che alla comunità, scegliere di avvalorare la diffidenza e il pregiudizio, contribuendo così ad aumentare il livello di intolleranza oppure sforzarsi di avere una giusta percezione dell’effettivo stato delle cose e delle situazioni.
Marciapiedi invasi da erbacce a Lissone? “Facciamoli pulire dai profughi” (GiornalediMonza.it)