È davvero preoccupante sapere che un ex consigliere comunale, nonché ricandidato al Consiglio Comunale nel 2017 (e per fortuna non eletto!), domenica 28 aprile si sia permesso di pubblicare un post su Facebook per ricordare il giorno della morte del duce, invocando fiori su Piazzale Loreto.
Così, dopo che le cronache recenti ci hanno mostrato un gruppetto di Ultras della Lazio stendere uno striscione in ricordo di Benito Mussolini nei pressi di Piazzale Loreto facendo il saluto romano, dopo le lapidi oltraggiate in varie città italiane, ora pure Lissone si trova a dover subire un episodio di stampo neo-fascista del quale avrebbe volentieri fatto a meno.
Giovanni Camarda – l’autore del post – già aveva avuto modo di polemizzare sul significato del 25 Aprile, ma a a quest’ultimo brutto episodio non possiamo proprio passar sopra, anche a rischio di dare a lui una visibilità che assolutamente non si merita. Anche perché – lo ricordiamo – Camarda è stato consigliere comunale a Lissone, eletto nelle liste del Pdl a sostegno del sindaco leghista Ambrogio Fossati. Poi, durante il mandato, si è dichiarato “indipendente” e si è “spostato a destra”, ripresentandosi alle elezioni del 2012 nella lista di Federalismo e libertà.
È passato poi – sempre più a destra – a Fratelli d’Italia, di cui era il candidato di punta nelle elezioni comunali del 2017, contribuendo così a portare voti a Fabio Meroni. Sarebbe interessante sapere se anche per Meroni il 28 Aprile è un giorno da ricordare per portar fiori in Piazzale Loreto, o se invece è una data che sancisce la morte di un dittatore.
Sapere che chi esibisce ora senza ritegno posizioni da neo-fascista ha occupato le poltrone del Consiglio comunale di Lissone non ci fa piacere. Anzi: sapere che lo stesso individuo cerchi di fare proselitismo su Facebook, ci fa stare ancor meno sereni.
Noi condanniamo fermamente le dichiarazioni di Camarda: chiunque ricopra – oggi e in futuro – ruoli amministrativi e di governo (anche locale) certe cose non può dirle, scriverle, ma nemmeno pensarle! Chiunque cerchi di far rinascere un’ideologia di morte e l’apologia del fascismo che ha portato duce e camicie nere a rivalersi sui più deboli, va pubblicamente contestato; e chi inneggia a un dittatore non esprime libera voce ma deve essere redarguito al pari di una piaga sociale, come la mafia.
25 aprile simbolo di democrazia, ma qualcuno ricorda Mussolini (Giornale di Monza – 30 apr 2019)