Bella e utile l’iniziativa di Caritas e Azione Cattolica della comunità pastorale di Lissone, che sotto il titolo “Migranti: persone da sopportare o dono da accogliere? L’accoglienza come stile di vita” hanno organizzato due appuntamenti per far conoscere la realtà e le storie degli immigrati e dei richiedenti asilo presenti ormai da anni a Lissone.
L’altra sera uno spettacolo teatrale molto coinvolgente ha riempito Palazzo Terragni, sul cui palco sono poi saliti 4 giovani africani di diverse esperienze a raccontare la loro storia di profughi e migranti in fuga da situazioni di crisi.
“Guardateli in faccia. Poi rimandateli a casa (se avete il coraggio)”
Giustamente Silvana Civati, fondatrice della associazione Gioele che ospita anche alcuni stranieri, ha detto che “bisogna guardare negli occhi queste persone” prima di decidere di rimandarle a casa loro.
E, anche se sarebbe stato più corretto dare spazio anche alla maggior esperienza (numericamente e per durata) di accoglienza di richiedenti asilo, cioè quella voluta e tenacemente difesa dall’amministrazione Monguzzi presso il Centro Botticelli, la serata ha segnato un positivo momento educativo offerto dalle associazioni cattoliche locali alla crescita della comunità civile tutta: finora infatti questi “superstiti dei barconi” (ce ne sono un centinaio in città!) sono rimasti praticamente “invisibili” all’opinione pubblica.
Forse per timore di creare reazioni forti: ma bisogna pur creare occasioni per vincere i facili populismi!
Prossimo appuntamento il 5 aprile in Casa canonica, per l’incontro con l’ex parroco di Lampedusa don Stefano Nastasi.