L’abbaiare dei cani e le porte simbolicamente chiuse con lucchetto, catena e nastro americano. Fa davvero riflettere l’iniziativa in corso (durerà fino al 24 febbraio) al Mo.VE di via Carducci nell’ambito del programma di valorizzazione del Museo Verticale intrapreso dal Museo d’Arte Contemporanea di Lissone. L’installazione è stata simbolicamente chiusa e così resterà per due settimane. Ma basta avvicinare l’orecchio alle travi in legno per sentire un simbolico abbaiare di cani proveniente dall’interno.
C’è di che riflettere sulla differenza tra il reale utilizzo che viene fatto del luogo, che lo vede ridotto ad area cani non autorizzata (spesso con tanto di bisognini lasciati sul prato da padroni maleducati) e la funzione originale del progetto architettonico che lo voleva come punto di riferimento e porta d’ingresso alla città del mobile e del design.
Una provocazione bella e buona, dunque. A noi comunque interessa che in questi mesi attorno al Mo.VE sia davvero in atto un progetto di rilancio culturale e di marketing: una bella operazione che vede coinvolta anche l’Università di Brera e ha permesso di studiare questa struttura per capire come porla all’interno dell’universo lissonese.
Leggere il territorio con l’arte presenta “Bau Bau baby” (Comunicato stampa – 4 feb 2019)