Il Listone

Il piatto della discordia

Scuola Croce

Scuola Croce

Serata di interpellanze, quella di venerdì 23 marzo, interpellanze che sono anche opportunità per muovere e motivare il lavoro di assessori, uffici e parti terze e perseguire un obiettivo caro a questa amministrazione, ovvero la trasparenza.

E’ interessante come il consigliere di minoranza Piermarco Fossati abbia reagito alla mole di documenti redatti con grande impegno degli uffici in risposta alla sua interpellanza circa la qualità degli edifici scolastici; è stato questo un lavoro davvero impegnativo che l’assessore Marino Nava ha svolto con professionalità e trasparenza.

A poco è valso appurare che le 14 scuole di ogni ordine e grado di pertinenza del Comune abbiano potuto godere, dal 2013 ad oggi, di ingenti investimenti che hanno apportato migliorie strutturali.
A poco è valso sapere che a bilancio, per la sola messa in sicurezza delle scuole, sono previsti 360mila euro per la scuola dell’infanzia, 300mila euro per la primaria e 170mila euro per la secondaria di I grado.
Per il furente Piermarco Fossati il vero cruccio è stato, tra gli altri, che in mensa i legumi non fossero graditi a tutti i bambini: “Il figlio di un attivista del Movimento ha detto: il tortino di ceci fa schifo! “.

Ricordiamo che i piatti serviti nelle mense scolastiche vengono puntualmente assaggiati e monitorati sia da esperti che da genitori della Commissione Mensa, e sono consumati anche dagli insegnanti.
Nelle scuole si promuove il valore nutrizionale ed educativo degli alimenti: frutta,  verdura e legumi compresi e i menù stagionali sono scelti da una dietologa, in modo da avere una dieta varia, completa ed equilibrata.
Basarsi sul parere di un bimbo per decidere se un tortino sia più o meno adatto ad essere inserito nel menù scolastico è come rinunciare al proprio ruolo di adulto responsabile; come affidarsi a Wikipedia per una diagnosi anziché rivolgersi a un medico con anni di studio ed esperienza alle spalle.

Per fortuna le finalità nutrizionali ed educative della mensa scolastica non dipendono dallo sdegno di un consigliere davanti a un piatto di legumi ma, anzi,  concorrono perché certe devianze pregiudizievoli non abbiano seguito.

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