Un risarcimento di 15.000 euro, ma soprattutto una condanna per incitamento all’odio. Questo è quanto ha stabilito il Tribunale di Torino relativamente ad una finta telefonata organizzata da Andrea Crippa, al tempo dei fatti leader del Movimento dei Giovani Padani ed ex assistente parlamentare di Matteo Salvini a Bruxelles.
Un “bel bottino” giudiziale quello incassato dal giovane padano: decollato da Lissone verso le alte sfere degli ambienti politici nazionali della Lega Nord, non ha perso tempo e, sulle orme del “capitano”, ha subito lasciato il segno (negativo) del suo impegno politico.
In sintesi, il giovane Crippa (attualmente deputato e vicesegretario della Lega) ha simulato una telefonata con un finto centralinista del Museo Egizio di Torino per ricevere informazioni sulle agevolazioni in corso e, travisando la realtà, diceva che gli sconti erano riservati alle persone provenienti da paesi arabi per poi “denunciare” una inesistente discriminazione nei confronti dei cittadini italiani.
Propaganda, fake-news, incitamento all’odio razziale. Insomma, niente di nuovo sotto il sole quando si parla di una certa parte ideologica salviniana. D’altra parte le gesta di Crippa ce le ricordiamo bene anche a Lissone: durante il mandato 2012-2017, quando era consigliere comunale nelle file della Lega Nord, durante le sue rare presenze tra i banchi del parlamentino lissonese, il leghista si fece presto conoscere per i suoi ripetitivi interventi contro gli immigrati e sulla presunta totale insicurezza della città, infondendo paura e rabbia nei cittadini.
Dunque, a distanza di anni, abbiamo ritrovato il giovane lissonese ancora sulla stessa lunghezza d’onda, ma con una condanna e un risarcimento sulle spalle. Crediamo che la nostra Città meriti le sue scuse. Lissone non merita di avere l’immagine di una città dove i ragazzi crescono con il seme dell’odio.
Museo egizio, il leghista Crippa condannato per il video-fake in cui denunciava gli “sconti agli arabi” (Open.online – 22 apr 2020)