Lissone, anima antifascista

E’ stata approvata lunedì 19 febbraio, dopo un’interminabile discussione, la modifica al Regolamento che disciplina l’uso di sale, attrezzature e servizi comunali. La modifica prevedeva, per chi richiede l’utilizzo spazi pubblici, di dichiarare il “rispetto dei valori e dei principi fondanti della Costituzione italiana repubblicana e antifascista”.

La mozione è stata approvata con una piccola modifica, accogliendo così un suggerimento delle minoranze: nei vari passaggi, al termine “fascismo” è stato affiancato a quello di “violenza”, per sottolineare la condanna di ogni atteggiamento violento, di qualsiasi natura e colore politico.

I gruppi di minoranza (tutti!) non hanno votato a favore perché i termini “fascismo” ed “antifascismo” proprio non li hanno voluti accettare. Hanno proposto un emendamento che consisteva semplicemente nell’ELIMINARE del tutto queste due parole dalla mozione.

Sono passati 70 anni… il rischio fascismo lo vedete solo voi…  siete fissati…” e così via: questi alcuni dei loro commenti. A quanto pare, a qualcuno queste parole suscitano ancora una specie di orticaria (o forse il timore di perdere una fetta di elettori?).

Non si capisce quale sia il problema – per chi parla di democrazia – nel riconoscersi in principi antifascisti.
Non si capisce come sia possibile negare la presenza di organizzazioni di stampo chiaramente e dichiaratamente ispirate al fascismo.
Non si capisce come alcuni non si rendano conto che, grazie in particolare al linguaggio violento ed istigatore di persone come Salvini e Meloni, il neofascismo, il razzismo e la xenofobia siano ormai sdoganati, consentendo a gente che fino a poco fa se ne stava nelle… proprie dimore, di venire sempre più sfrontatamente allo scoperto.

La città di Lissone, così come tante altre città italiane, non darà spazio a chi non fa mistero di voler tornare a quel buio periodo.