Lascia basiti l’appello apparso sulla bacheca di un lissonese aderente a “Noi di destra” e rivolto agli “uomini dai 20 ai 60 anni” ad “arruolarsi” e partire per l’Ucraina a “lottare per la pace”…
Lascia esterrefatti leggere certi inviti, a maggior ragione dopo un evento pubblico per la PACE come quello di venerdì scorso durante il quale i bambini, i cittadini lissonesi ed ucraini, i rappresentanti delle istituzioni, le associazioni e i religiosi hanno testimoniato princìpi di fratellanza all’insegna della mediazione e del ripudio alla guerra, ripudio chiaramente espresso nell’articolo 11 della Costituzione Italiana.
Non appelli per una mediazione e una pace immediata, ma reclutamento di persone per la guerra e il conseguente uso delle armi.
Noi del Listone, e con noi tutti coloro che venerdì hanno pacificamente manifestato, la guerra non la vogliamo proprio e diciamo un NO deciso alla propaganda per interventi violenti che risultano micidiali anche per giovani, donne e bambini.
Abbiamo ancora ben presente le parole che il rappresentante di Emergency Monza e Brianza ha rivolto in una piazza gremita di bandiere giallo-blu: “Pensare di fermare la guerra inviando armi e soldati è come voler spegnere il fuoco buttandoci sopra altra benzina”.
E questa guerra, oggi, è un fuoco dalle conseguenze tragiche e inimmaginabili.