Politica di minoranza, quella che fugge
Consiglio comunale delle “Petizioni popolari”, Lissone 18 dicembre 2019. Un consiglio animato e importante perché con lo strumento delle petizioni i cittadini inviano un messaggio chiaro ai Politici.
Dopo il flop del “sit-in” (sotto il Comune, con pochissime persone, oltre a 5 politici locali in vetrina) era il turno del Consiglio comunale dedicato alla discussione di due petizioni: una che ha raccolto circa 600 firme e l’altra invece circa 1000.
L’argomento – inutile dirlo – erano le strisce blu e le forze di minoranze, unite, erano i portabandiera delle proteste dei cittadini contro le nuove regole della sosta a pagamento. In Consiglio si sono presentati una trentina di cittadini: gli stessi, immaginiamo, che hanno proposto la petizione e poi organizzato i banchetti per la raccolta firme.
Risultato? Il Sindaco ha relazionato in Consiglio circa i passi interlocutori e di dialogo con la società concessionaria della sosta e la maggioranza ha difeso il provvedimento.
E la Minoranza? Beh, la minoranza ha prima discusso la petizione “politica” (quella di Ruggero Sala, per capirci) poi, quando è stato il momento della discussione della seconda petizione, quella dei cittadini ed apartitica, si è dileguata come neve al sole…
Non ci credete? Basta guardare la sala e le poltrone, vuote. Per decenza, solo Roberto Perego, dall’alto dei suoi discorsi non sempre comprensibili, e Piermarco Fossati, anch’egli indaffarato ad ergersi paladino dei cittadini, (con discorsi e commenti più basici ma altrettanto indecifrabili) sono rimasti al loro posto. E anche Lo Faro ha partecipato alla votazione. Hanno persino presentato una risoluzione che è stata rispedita al mittente perché inaccoglibile.
La Lega… scomparsa, Forza Italia… quasi assente. Il capo Meroni… molto lontano.
Come mai? Non si sa. Quello che si sa è che quando c’è da tuonare e da fomentare, alcuni di minoranza sono sempre presenti, in piedi e con voce alta, ma al momento del voto tolgono la tessera, escono e non partecipano. Sembra quasi una fuga.
La Maggioranza, fra mille urla, era lì, al suo posto, a discutere, ad ascoltare e a garantire il numero legale senza il quale la petizione non avrebbe nemmeno potuto essere votata. L’impressione che abbiamo è proprio che a Lissone ci sia una parte politica, la minoranza, che al bisogno, fugge.