Nel giorno dell’anniversario dell’invasione dell’Ucraina, pubblichiamo una riflessione della nostra Consigliera ed ex Sindaco Concettina Monguzzi.
“Il 24 febbraio del 2022 il presidente russo Putin invase l’Ucraina – una nazione sovrana – per bloccarne ogni possibile svolta verso l’Occidente, in un disegno neo-imperiale e nel tentativo di cambiare la geografia e di riscrivere la storia.
Ha utilizzato la guerra: avrebbe dovuto essere una guerra lampo ma questa guerra dura ormai da un anno e ogni giorno appare ai nostri occhi con una crudeltà inaudita, con un resoconto freddo e angosciante.
Quando si parla di guerra, bisogna partire dalle vittime: l’Alto Commissariato per i diritti umani dell’Onu ha conteggiato finora 8.006 civili morti e 13.287 feriti; i bambini uccisi sono 487 e 954 quelli feriti. Lo sappiamo che si tratta di numeri sottostimati: i numeri reali racconterebbero una realtà ben più pesante e sarebbe devastante per la resistenza Ucraina, che sin dall’inizio della guerra si è organizzata.
In effetti non si conosce neppure il numero dei caduti in combattimento: si stima 100.000 soldati ucraini e 200.000 soldati russi.
Sappiamo che circa 18 milioni di Ucraini (in prevalenza donne e bambini) hanno attraversato i confini dal 24 febbraio 2022; di questi, 10 milioni sono tornati in Ucraina e molti si sono spostate nelle zone interne.
Anche a Lissone sono arrivati: hanno raggiunto i parenti, hanno chiesto accoglienza e la nostra città ha cercato di essere loro vicina e attenta alle necessità. Lissone ha toccato con mano la sofferenza delle donne ucraine e ha ricambiato – in molti casi con grande sensibilità – la cura che i nostri anziani ricevono da alcune di loro. I bambini hanno trovato posto nelle nostre scuole, accanto ai nostri figli. Lo sguardo triste, spaventato, impotente ha segnato i nostri tentativi di dialogo. Molte di queste persone sono rientrate, altre cercano una vita possibile, per ora lontano dal loro Paese.
Questa assurda guerra colpisce anche noi ed ha un impatto soprattutto sui più poveri. Il conflitto ha fatto crescere il costo delle derrate alimentari su scala globale, e anche l’impennata dei prezzi dell’energia causa forti difficoltà economiche per 141 milioni di persone in tutto il mondo, che rischiano di dover rinunciare a servizi essenziali, a partire dal riscaldamento nelle abitazioni. La guerra sta perciò avendo un effetto deleterio che solo un’interruzione delle ostilità potrebbe fermare.
Ora, a distanza di un anno, la guerra in Ucraina non è più tra i nostri primi pensieri, altre vicende sono successe e sono diventate prioritarie. Non dobbiamo però assuefarci all’idea della guerra: la guerra deve rimanere sempre la vicenda peggiore ed insensata tra quelle volute ed organizzate dall’uomo. La guerra è una follia ed un crimine!
Ci dicono che la soluzione migliore sarebbe la diplomazia, ma per ora non sembra una strada percorribile. Siamo tutti così impegnati a costruire la guerra, per attaccare e per difendere, che non riusciamo con lo stesso interesse a costruire la pace.
Nessuno sa quanto durerà questa tragedia ma sappiamo di certo che farà molto male. E non solo alle popolazioni Ucraine, ma anche a noi, perché oggi tutto è interconnesso.
Per questo è sempre più urgente che i responsabili della politica internazionale facciano ogni sforzo per fermare i combattimenti e ricostruire le condizioni per la pace.
Per questo non possiamo stancarci di chiedere, e soprattutto fare, PACE.
Un anno fa abbiamo dimostrato solidarietà alle persone Ucraine, soprattutto a quelle presenti a Lissone, e abbiamo ribadito un forte NO alla guerra. Potremmo anche quest’anno organizzare un momento collettivo di solidarietà con le vittime innocenti di questa e di tutte le altre tragiche guerre, un momento in cui la nostra volontà e il nostro desiderio di “costruttori di pace” sia ribadito con forza”.
Vi faremo sapere al più presto.